Storia
È il 1972 ed Emanuela, tredici anni, si prepara a trasferirsi con la sua famiglia in un appartamento nella parrocchia di Santa Croce. Suo padre per arrotondare ha accettato di assumere un incarico come guardiano e maschera del nuovo cinema di quartiere, l’Alcione, che in quell’autunno ha aperto per la prima volta i battenti. Vivranno in un appartamento proprio sopra alla sala. Il primo film proiettato, ricorda Emanuela, fu “Fratello Sole, Sorella Luna”. Sarebbe stato l’inizio, per lei e la sua famiglia, di un periodo di vita a stretto contatto con il cinema, con gli spettatori e con il quartiere. Per questo abbiamo chiesto a lei di raccontarci la storia dell’Alcione, perché più di tutti ha visto la sala crescere, trovare la sua identità fino a diventare una delle sale più importanti e amate di Verona.
Emanuela ricorda di come dal bagno del suo appartamento si sentisse il sonoro dei film proiettati in sala, l’arrivo del divieto di fumo all’interno dell’edificio e le processioni dei fumatori che durante l’intervallo si assiepavano all’uscita della sala per concedersi una sigaretta, le poltrone dell’Alcione che tremavano durante il terremoto del Friuli del 1976, arrivato mentre lei e sua sorella guardavano la proiezione serale di un film per ragazzi.
Fin dall’inizio insomma il cinema Alcione ha respirato con la Comunità che lo circondava, accompagnandola nelle sue evoluzioni. Nel 1989 ha cambiato per la prima volta gestione, continuando a crescere per qualità e quantità della programmazione, ospitando concerti, balletti, teatri, arrivando ad offrire, nel 2018, una media di 20 proiezioni a settimana. Con l’avvento del covid anche il cinema Alcione ha preso un bel respiro e poi, per due anni, ha trattenuto il fiato. Ora, a 50 anni esatti dalla sua prima apertura, è pronto a tornare, a fare la sua parte all’interno della Comunità e ad arricchire nuovamente il territorio con incontri, pensieri, emozioni e tutta la meraviglia che il cinema sa dare.